Bloccata città a luci rosse

PECHINO - Contrordine compagni, niente Parco del Sesso. Le autorità di Chongqing, nella Cina meridionale, hanno bloccato oggi la costruzione di quella che gli ideatori avrebbero voluto chiamare "La Città dell'Amore", un parco a tema che stava sorgendo in una nuova zona turistica della metropoli. La decisione è stata presa dopo che un alto funzionario del governo provinciale, il responsabile del dipartimento della pubblicità He Shizhong, ha visitato il Parco in costruzione trovandolo "volgare e diseducativo". Il resto dell'area turistica di Yangrenjie verrà invece costruita "come previsto". "Ci scusiamo con i cittadini che si sono sentiti offesi e ci impegniamo a far sì che il resto della zona turistica sia sviluppata in modo civile e sano", ha dichiarato He al quotidiano Global Times. Oltre a gigantesche statue che raffigurano gli organi genitali maschili e femminili, il Parco esibiva una grande statua rotante, una specie di arco, che rappresentava la metà inferiore di un corpo femminile coperta solo da una striscia di stoffa colorata, una specie di tanga. "E' un peccato ma accettiamo la decisione", ha commentato Yang Xiaoyong, uno degli ideatori della Città dell'Amore. Secondo Yang, il Parco avrebbe rappresentato un momento di educazione sessuale per i cittadini cinesi, con delle mostre permanenti sulle malattie che si trasmettono attraverso il sesso, prima tra tutte l'Aids.

Le autorità di Chongqing sono state indotte ad intervenire dopo che la pubblicazione di alcune foto su giornali e siti web aveva scatenato un accesso dibattito. "Visiterò certamente il Parco - ha scritto per esempio un giovane della provincia dell'Henan - perché voglio imparare di più sul sesso e migliorare la qualità della mia vita". La poliziotta Liu Daiwei, in servizio nella zona turistica di Yangrenjie , si è invece dichiarata di parere opposto: "Mi sento a disagio a guardare la statua quando c'é gente in giro", ha confidato al quotidiano China Daily. L'apertura economica e le riforme hanno portato ad una progressiva liberalizzazione delle relazioni tra i sessi, che in Cina non sono considerate negativamente dalle religioni tradizionali come il buddismo ed il taoismo. Secondo un sondaggio effettuato l'anno scorso dall'Università di Pechino più della metà dei cinesi accettano il sesso prima del matrimonio "purché i partner siano innamorati". Alla liberalizzazione, hanno rilevato alcuni studiosi, non si è però accompagnata un'opera di informazione, soprattutto verso i giovani. I critici delle nuove tendenze liberali affermano che esse hanno dato vita ad un "un boom delle relazioni illecite, degli adulteri e della prostituzione". Le autorità mantengono un atteggiamento ambiguo anche sull'omosessualità. I rapporti tra persone dello stesso sesso in Cina non costituiscono più un reato dal 2001, ma nel 2007 la polizia ha vietato lo svolgimento del primo Festival della Cultura Omosessuale a Pechino, costringendo gli organizzatori a cancellarlo all'ultimo momento.