Storia del Calendario cinese

In Cina sono simultaneamente in uso due diversi sistemi di calendario. Uno è quello gregoriano, o Occidentale, usato per scopi ufficiali, e l’altro è il calendario tradizionale, che è un tipo di calendario lunare o, meglio, lunare-solare. Un moderno almanacco cinese includerà entrambi questi calendari, con le date delle feste tradizionali contrassegnate in ciascuno.
IL PRIMO SVILUPPO DEL CALENDARIO
Nella società umana primitiva, l’uomo realizzò che senza riuscire a predire accuratamente i cambiamenti stagionali era impossibile seminare e fare i raccolti e cacciare efficacemente. Così, molto prima dell’invenzione degli strumenti astronomici scientifici, i pastori e gli agricoltori avevano osservato per generazioni la posizione della luna, del sole, dei pianeti e delle stelle, imparando in questo modo come accertare le stagioni. Il primo strumento di osservazione fu la luna (chiamata "il primo misuratore" da Bredon e Mitrophanow nel loro libro "L’anno lunare" del 1927). Proprio come indica l’uso latino (mensis, o mese, deriva chiaramente da mensus, participio passato di metici, misurare) l’osservazione delle rivoluzioni e delle fasi della luna fu la chiave del primo sviluppo di un calendario sia in Occidente che nell’antica Cina. E’ evidente, tuttavia, che gli se agricoltori volevano sapere quando potevano seminare, fare affidamento solo sulla luna era insufficiente. Questo problema fu affrontato osservando le stelle e i pianeti. L’uomo vide che le posizioni relative delle stelle e dei pianeti principali non erano assolutamente casuali ma che piuttosto ognuno compiva un sentiero definito attraverso il cielo. A ciò seguì l’ugualmente importante scoperta che il crescere e il calare della luna coincidono con un gruppo di stelle e che il sorgere e il tramontare del sole sono in armonia con un altro gruppo.
Tale conoscenza migliorò i metodi usati per determinare i periodi di tempo e le stagioni e portò direttamente alla creazione dei primi calendari lunare e solare.Secondo il conteggio approssimativo degli antichi, da una luna nuova alla successiva c’erano circa 29 giorni e mezzo (noi sappiamo ora che il numero esatto è di 29,5306). Perciò 12 rivoluzioni della luna intorno alla terra richiedono solo 354 giorni, mentre la terra impiega circa 365 giorni e un quarto (per l’esattezza 365,2422) per fare un giro intorno al sole. L’anno solare, che nella realtà determina il cambio delle quattro stagioni, può quindi avere 12 o 13 lune piene. Nei tempi antichi i popoli di molte nazionalità idearono differenti metodi per fare coincidere l’anno lunare con quello solare. I loro sforzi portarono alla nascita del calendario lunare-solare.
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LO SVILUPPO STORICO DEL CALENDARIO CINESE
A prescindere dall’uso di un calendario solare o lunare, abbiamo visto che c'è un divario tra i 365,2422 giorni che la terra impiega per compiere una rivoluzione intorno al sole e i 365 giorni di un anno del calendario gregoriano o i 354 giorni di 12 mesi lunari. Per colmare la differenza, fondamentale è la nozione di periodo intercalare. Nel calendario gregoriano, viene aggiunto un giorno ogni quattro anni (nell'anno bisestile) per riallineare l'anno del calendario con la durata temporale reale della rivoluzione terrestre e il giorno supplementare è stato arbitrariamente fissato alla fine di Febbraio. Gli aggiustamenti che devono essere fatti nel calendario lunare cinese non sono così semplici. Prima di tutto, ad alcuni mesi sono assegnati 29 giorni e ad altri 30 (da ricordare che la rivoluzione della luna intorno alla terra dura 29,5306 giorni). In secondo luogo, ogni due o tre anni viene aggiunto un intero mese intercalare. Ogni periodo di 19 anni avrà sette anni con un mese supplementare. In altre parole, 12 di questi anni hanno 12 mesi ciascuno e sette ne hanno 13. La questione del punto dell’anno in cui viene inserito il mese intercalare è eccessivamente tecnica, ma è sufficiente dire che la maggior parte delle volte viene ripetuto il quarto o il quinto mese. In questo modo, l'anno lunare cinese coinciderà nuovamente con l'anno solare alla fine di ogni ciclo di 19 anni.

Il calendario tradizionale cinese differisce da uno puramente lunare, come quello usato una volta in alcuni paesi islamici, per il fatto che incorpora un ciclo annuale di 24 periodi o sezioni (in cinese jieqi), ognuno lungo 15 giorni. Ognuna delle quattro stagioni è quindi suddivisa sei jieqi. La delineazione dei jieqi è basata sulla posizione del sole prendendo in considerazione i 360 gradi e i 12 segni (simboli animali) del cosiddetto zodiaco cinese. Il primo giorno di un dato jieqi si ha quando la posizione del sole coincide con il primo o il quindicesimo grado di uno dei 12 segni dello zodiaco. Per ognuno di essi possiamo dare solo una data approssimata in termini di calendario gregoriano, poiché i 360 gradi dello zodiaco divergono dai 365,25 giorni dell'anno solare. In questo modo possiamo vedere chiaramente perché il calendario tradizionale cinese debba essere più propriamente considerato un calendario lunare-solare. Siccome la durata di due jieqi insieme è leggermente più lunga di un periodo lunare, talvolta in un mese lunare c’è un singolo jieqi. Il calendario promulgato dall'imperatore Wu Di della Dinastia Han, nell'anno 104 a.C. convenne che tale mese con un singolo jieqi sarebbe dovuto essere quello precedente al mese intercalare aggiunto. Questo metodo di intercalazione per il calendario tradizionale cinese è stato impiegato fino ai giorni nostri. Il ciclo annuale di jieqi è strettamente legato ai cambiamenti della natura, così che essi sono estremamente utili ai contadini, ad es. fornendo indicazioni riguardo il momento giusto per seminare e raccogliere. Alcune persone fisicamente sensitive sono in grado di riconoscere l'imminente arrivo dei jieqi con una reazione corporea, come un mal di testa o un aumento della pressione arteriosa, altre sono semplicemente consapevoli delle mutate condizioni della pressione atmosferica o del tempo. Tutti i jieqi hanno un nome in armonia con le variazioni stagionali. Ad es. il primo periodo è chiamato l'"Inizio della Primavera" e cade il 4 o il 5 febbraio. Secondo il calendario tradizionale, un tempo sereno in quel giorno è un buon presagio per l'aratura. Il secondo periodo è chiamato "Acqua Piovana" (il 19 o il 20 febbraio):dopo questo giorno non ci sarà più neve, e i contadini avranno bisogno di pioggia. Il 5 o il 6 Marzo inizia il periodo conosciuto come"Il risveglio degli insetti", poiché la terra si risveglia dal letargo invernale. In passato, la gente credeva che sentendo in quel giorno risuonare un tuono per la prima volta nell’anno, il drago si sarebbe risvegliato dal suo sonno invernale. Nel giorno dell'"Equinozio di Primavera" (il 20 o il 21 Marzo), tutti sperano nella pioggia, poiché credono che questa porterà particolare beneficio alle coltivazioni. Il calendario tradizionale cinese fu modellato dallo sviluppo della produzione agricola. La leggenda dice che il calendario lunare-solare risale alla dinastia Xia (21°-16° sec. a.C.). E' conosciuto come Calendario Agricolo, Vecchio Calendario o ancora come Calendario Xia. Secondo le iscrizioni su ossa oracolari della dinastia Shang (16°-11° sec. a.C.), a quel tempo era già stato adottato il mese intercalare. Durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni (770-476 a.C.), il popolo era già in grado di contraddistinguere sia gli equinozi di primavera e d'autunno che gli equinozi d'estate e d'inverno. La delineazione dei jieqi fu completata durante le dinastie Qin (221-206 a.C.) e Han (206 a.C.-220 d.C.), ed essi divennero la base delle attività agricole. Bisogna comunque dire che questa formulazione fu basata principalmente sul clima e sulle stagioni colturali del bacino del Fiume Giallo nella Cina Settentrionale e non è mai stato adatto alle condizioni di altre regioni del paese. La forma del calendario tradizionale correntemente in uso (il calendario Xia), che utilizza il mese corrispondente all'ultima parte di gennaio fino a metà febbraio del calendario gregoriano come primo mese dell'anno, non è stata seguita per tutta la storia cinese. Durante la dinastia Xia l'anno cominciava come attualmente, ma durante la dinastia Shang l'anno iniziava in quello che in realtà è il 12° mese del Calendario Xia, e nella dinastia Zhou (1066-256 a.C.), con l'11° mese dell'attuale calendario tradizionale. L'anno 104 a.C. - il primo anno del periodo Taichu durante il regno dell'imperatore Wu Di della dinastia Han - vide una riforma del calendario con la promulgazione del calendario Taichu. Fondamentalmente si ripristinò quello usato ai tempi Xia, stabilendo che il giorno del Capodanno fosse il giorno della prima luna nuova dopo l'entrata del sole nell'11° segno dello zodiaco solare, conosciuto in Cina come il Cane e in Occidente come Acquario. Per questa ragione il nuovo anno non può iniziare prima del 21 gennaio e dopo il 20 febbraio del calendario gregoriano. Il calendario di Wu Di continuò ad essere in uso per più di 2000 anni con solo lievi cambiamenti in tutto questo periodo. Quando nel 1912 venne fondata la Repubblica di Cina, il nuovo governo annullò ufficialmente il vecchio calendario e adottò il calendario Gregoriano, che venne chiamato Calendario Pubblico. Da allora il Capodanno tradizionale è stato chiamato Festa di Primavera. Ma nella vita di tutti i giorni il Calendario Xia, profondamente radicato nella cultura cinese, rimane in uso accanto al nuovo calendario. Molti secoli fa il Ministero Imperiale di Astronomia, che era composto da matematici e astronomi, era responsabile della compilazione di un nuovo almanacco per ogni nuovo anno e della sua presentazione all'imperatore per l'approvazione. Quando il sovrano lo dichiarava valido, una copia veniva pubblicata da un alto funzionario all'esterno della porta principale della Città Imperiale - la Porta che Guarda Verso il Sole (Zheng Yang Men o Qian Men) - quindi questi inviava delle copie ai nobili e agli altri funzionari in tutto l'impero. La falsificazione era punita con la morte e la ristampa illegale dell'almanacco imperiale era una trasgressione alla legge. Il calendario tradizionale cinese, sotto molti aspetti conforme alle teorie astronomiche, era fortemente colorato da concetti mistici.


I cosiddetti Palazzi Lunari sono le 28 costellazioni dello zodiaco lunare (Yue Gong o Carta dei Palazzi Lunari), ciascuno identificato con un dato animale, nei quali può essere suddiviso il percorso della luna. Gli autori di questo libro fecero ricorso sia allo zodiaco lunare che ai 12 segni dello zodiaco solare per mostrare le relazioni tra i fenomeni celesti e gli avvenimenti sulla Terra, diffondendo in questo modo idee superstiziose per ingannare il popolo. Questi astrologhi ritenevano che di fatto tutte le attività umane piccole e grandi quali la sericoltura, il commercio al dettaglio, l’ingegneria navale, l’allevamento, il taglio della legna, lo scavo dei fossi, la costruzione di edifici, i matrimoni, i funerali, i viaggi, il lavoro letterario e perfino il bagno e il taglio dei capelli erano influenzati dai cambiamenti nella posizione delle costellazioni. Si fecero dei calcoli come ad es. quali giorni potevano essere favorevoli per svolgere i vari lavori, oppure se il raccolto sarebbe stato buono o ancora se ci si poteva aspettare una buona o cattiva sorte. Alcuni proverbi ("E’ facile arare negli anni del Bue e del Cavallo") ancora diffusi nelle campagne attestano l’influenza di queste credenze. Massime superstiziose di questa natura venivano incluse nell’almanacco imperiale pubblicato durante la dinastia Yuan (1271-1368). Prima della fondazione della Repubblica Cinese, tutti gli almanacchi in circolazione davano questo tipo di informazioni. Anche nei tempi feudali, tuttavia, c’erano degli studiosi perspicaci che si opponevano all’inclusione di tali predizioni superstiziose nell’almanacco imperiale. Nel 1390, durante il regno dell’imperatore Ming Hongwu, un ministro di nome Xie Dasheng presentò un memoriale all’imperatore, raccomandando che fossero indicate sull’almanacco solo informazioni essenziali quali i movimenti delle stelle, dei pianeti e della luna e il tempo corretto per l’aratura, la semina e il raccolto. Gli altri tipi di notazioni non solo erano senza valore, ma anche superstiziose e non dovevano appartenere assolutamente all’almanacco imperiale. Nel 1703 l’eminente astronomo e matematico cinese Mei Wending (1633-1721), in uno dei suoi lavori criticò severamente le predizioni superstiziose che vi apparivano. Con l’approvazione dell’imperatore Kangxi (1662-1722), questo articolo di Mei venne incluso come appendice nell’almanacco imperiale. Mei scrisse che un almanacco doveva mirare a dare informazioni sulle stagioni e sui periodi solari, riferendosi in modo particolare alle attività agricole, e che non si doveva tentare di predire la buona sorte o i disastri che potevano accadere sulla terra.
E ora una breve menzione su alcuni termini usati dai cinesi per indicare gli anni.

Il principale è il ciclo sessagesimale, che poggia sulla combinazione di
due cicli: un ciclo di "10 tronchi celesti (tiangan)" e uno di "12 rami
terrestri (dizhi), indicati tutti ovviamente con ideogrammi. Combinando
uno con l’altro questi due cicli ne danno uno di 60 unità: un sistema che
al tempo degli Zhou serviva a numerare i giorni mentre dal tempo degli Han
fino all’ultimo periodo dei Qing serviva a numerare gli anni. Questo ciclo ha il nome di Jia Zi, basato sui nomi del 1° tronco e del 1° ramo. Sia i 12 rami che i 10 tronchi hanno avuto diverse applicazioni, come serie numerali, anche indipendentemente dal calendario; d’altra parte sono elementi essenziali dei calcoli astrologici. Il ciclo dei 12 rami si applica anche alla designazione delle "ore", tradizionalmente di 120 minuti primi, prima che sotto l’influsso occidentale venisse introdotta l’ora di 60 minuti. Un residuo del totemismo preistorico si ritrova nel calendario periodico: una serie ciclica di 12 animali è legata al decorrere degli anni. Per fini prevalentemente astrologici e divinatori, venne inoltre stabilito un sistema di corrispondenze: gli elementi del ciclo dei rami terrestri, i 12 animali simbolici, le 12 direzioni ecc. I primi documenti storici che identificavano gli anni con gli animali in questo modo, apparvero durante l’ultima parte della dinastia degli Han Orientali, che finì nel 220 d.C. Lo storico Zhao Yi (1727-1814) concluse che i cinesi Han (che costituiscono il 95% della popolazione cinese) appresero questo concetto dagli Xiongnü (i primi precursori degli Unni) durante gli Han Occidentali, un periodo durante il quale ci furono parecchi contatti fra i due popoli. Probabilmente in origine c’erano solo quattro simboli per denotare le 4 direzioni e le 4 stagioni: il Drago, est e primavera, la Fenice, sud ed estate, la Tigre, ovest e autunno, la Tartaruga, nord e inverno. In un qualche modo sconosciuto queste 4 creature divennero le 12 conosciute popolarmente, e nel processo ad ognuna vennero assegnate le qualità Yin (femminile o passivo) o Yang (maschile o attivo).
Nella storia cinese il succedersi degli anni viene anche designato secondo il nianhao (numero dell’anno) dinastico: un’usanza che ha dato molto lavoro ai compilatori di cronologie comparate. Con la caduta dell’Impero, viene adottato il calendario solare occidentale a iniziare dal 1° gennaio 1912. Fino al 1949, gli anni vengono designati come anno 1°-38° della Repubblica, e tale è tuttora la designazione vigente a Taiwan. Dal 1949 il governo di Pechino adotta il sistema internazionale; nel riferire gli avvenimenti storici si ha cura di indicare l’anno corrispondente sul calendario universale. I mesi vengono ora designati con la numerazione da 1 a 12. Tuttavia i due calendari, solare e lunare, continuano a essere usati simultaneamente e i giornali nella loro datazione usano il doppio sistema; il solare è il sistema ufficiale, mentre nelle campagne viene preferito quello lunare di cui ogni anno si pubblica l’almanacco, che fornisce le corrispondenze fra i due sistemi; specificando i jieqi (periodi solari o sezioni) a cui sono legate tradizionalmente le fasi dei lavori agricoli.

Mauro Pascalis


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